Il recente rinnovo del CCNL per i lavoratori delle cooperative sociali ha generato un dibattito sulle implicazioni per gli enti locali, in particolare per i Comuni. In risposta a ciò, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) ha pubblicato una prima nota in merito agli affidamenti degli appalti e al possibile aumento delle tariffe.
L’entrata in vigore del nuovo CCNL comporta un significativo incremento percentuale annuo nei costi del personale per le cooperative sociali, il che potrebbe avere degli effetti rilevanti sul bilancio dei Comuni che usufruiscono dei loro servizi. In questo contesto, l’ANCI si propone di offrire alcune considerazioni ai Comuni riguardo ai comportamenti da adottare nei confronti delle cooperative.
Le soluzioni prospettate dall’ANCI sono sostanzialmente due.
AFFIDAMENTI DEGLI APPALTI PRIMA DEL 27 GENNAIO 2022
Per gli appalti affidati prima del 27 gennaio 2022, la revisione delle tariffe può essere attuata solo se espressamente prevista nei documenti di gara mediante clausole specifiche, chiare ed inequivocabili. In mancanza di tali disposizioni, la stazione appaltante non è tenuta a procedere con la revisione delle tariffe e può emettere un diniego motivato nei confronti della cooperativa.
AFFIDAMENTI APPALTI DOPO IL 27 GENNAIO 2022
Nel caso degli appalti affidati dopo il 27 gennaio 2022, si sottolinea che il Nuovo Codice degli Appalti ha introdotto l’obbligatorietà della previsione, negli atti di gara, della clausola di revisione dei prezzi. Pertanto, sarà necessario fare riferimento a tale clausola e approvare un provvedimento motivato al termine del procedimento, basato su un’istanza circostanziata e motivata presentata dalla cooperativa.
Tuttavia, la giurisprudenza stabilisce che il rinnovo del CCNL rappresenta una condizione non imprevedibile per gli operatori economici, con la conseguente possibilità di rigettare la proposta se formalizzata. In caso di rifiuto, la cooperativa potrebbe presentare una domanda giudiziale per la risoluzione del contratto per eccessiva onerosità. Di conseguenza, i Comuni potrebbero essere obbligati a bandire una nuova gara, determinando l’importo dell’appalto in modo da tener conto degli aumenti.
Al fine di evitare controversie legali e la necessità di una nuova gara, l’ANCI suggerisce ai Comuni di avviare una rinegoziazione delle tariffe, con due condizioni specifiche:
- la variazione del costo del servizio deve superare il 5% dell’importo complessivo dell’appalto;
- la revisione delle tariffe non deve eccedere l’80% della variazione stessa in relazione alle prestazioni richieste.
Questa formulazione rende chiare le condizioni per la rinegoziazione delle tariffe per evitare controversie legali e nuove gare d’appalto.
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